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Lo scontro tra Stati Uniti e Francia sulla digital tax

Gli Stati Uniti hanno detto che potrebbero presentare un reclamo all’Organizzazione mondiale del commercio contro l’eventuale nuova tassa per i cosiddetti “giganti tecnologici”, discussa a livello europeo ma portata avanti soprattutto dalla Francia. L’intervento di Washington è motivato dal fatto che le aziende toccate dalla tassazione sarebbero soprattutto americane: Google, Amazon, Facebook e Apple, riassunte sotto l’acronimo GAFA o il nome collettivo di Big Four.

Parigi ha svelato una settimana fa alcuni dettagli della misura, che verrà applicata retroattivamente a partire dal 1 gennaio 2019. Sarà una tassa sui servizi digitali, con un’imposta del 3 per cento sulla pubblicità online e sulla vendita di dati personali per tutte le aziende tecnologiche con un fatturato superiore a 750 milioni di euro. Gli Stati Uniti ritengono che la tassa sia discriminatoria verso le multinazionali americane.

Per gli Stati Uniti la difesa delle proprie aziende tecnologiche ha ovvie motivazioni economiche, ma anche strategiche. Nonostante Donald Trump li abbia attaccati spesso, i GAFA sono attori cruciali in questa fase di competizione – commerciale ma anche tecnologica – con la Cina. Tutelandone gli interessi e il dominio sul mercato, Washington si assicura che abbiano accesso a grandi quantità di dati, gli stessi che non vuole finiscano nelle mani di Pechino.

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