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Difesa europea e collaborazione tra pubblico e privato: le chiavi per la difesa del futuro

Il seminario “Difesa e sicurezza: vecchie sfide e nuove tecnologie” ha affrontato i temi della strategia industriale della difesa dell’Ue e della collaborazione tra settore pubblico e privato

 

Roma, 19 novembre 2024 – La difesa non può prescindere dagli investimenti e dalla tecnologia dei privati. Un’epoca instabile, con scenari in mutamento costante. Sfide a cui deve rispondere e trovare soluzioni il comparto della difesa, nella sua doppia anima pubblica e privata. Di questi temi si è discusso nel corso del seminario “Difesa e sicurezza: vecchie sfide e nuove tecnologie” organizzato da Start Magazine, in collaborazione con Icinn – Istituto per la Cultura dell’Innovazione.

 

“Viviamo in un’epoca complessa, in un mondo governato dai dati e caratterizzato da un contesto di conflitti ibridi per lo più operati attraverso proxy e dove le interconnessioni globali permettono il superamento dei confini geografici fisici tradizionali – ha detto il Sottosegretario di Stato alla Difesa, on. Matteo Perego di Cremnago, intervenuto come relatore -. Un’epoca innovativa, di grandi opportunità derivanti dalle nuove tecnologie che dobbiamo valorizzare. Vi porto un esempio concreto di una vista che ha fatto recentemente a Palo Alto, negli Stati Uniti, dove ho visitato la Defense Innovation Unit. Gli Stati Uniti, con un budget della difesa molto cospicua, intorno agli 800 miliardi, fanno tesoro dell’esperienza, della compartecipazione tra pubblico e privato ma soprattutto delle tecnologie commerciali. Oggi investire in sicurezza e difesa significa investire nei fondamenti della nostra società, senza questi presupposti non ci può essere benessere e sviluppo”.

 

“L’Unione europea deve fare un percorso di consapevolezza. O c’è la decisione si escludere gli investimenti per la difesa dal Patto di Stabilità oppure investiremo sempre e solo quote marginali del nostro Pil, lo zero virgola se tutto va bene – ha detto l’on. Ettore Rosato, IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati -. Penso che ci siano, all’interno dell’Unione europea, alcuni programmi d’arma rispetto ai quali dobbiamo avere la capacità di fare sistema. Credo che dovremmo essere noi, come sistema paese, a stimolare scelte di interoperabilità, dovremmo riuscire a essere protagonisti. C’è una necessità di investimento molto importante nella cybersicurezza. Anche qui noi scontiamo la paura esplicitare che sulla rete sia necessaria la capacità di difesa ma anche di attacco, serve potere di deterrenza che è fondamentale in ogni scenario bellico”.

 

Cyber, spazio e underwater sono domini e dimensioni altamente pervasivi e che hanno conseguenze nella vita quotidiana di tutti noi. “L’Italia può essere protagonista perché è un paese fatto di grandi eccellenze, fatto di piccole e medie imprese che rappresentano l’80% del nostro tessuto economico – continua il sottosegretario Perego di Cremnago -, ma per affrontare le sfide attuali e future dobbiamo fare sistema.” La nostra epoca vede un’inversione del processo che porta le nuove tecnologie al servizio della difesa, rispetto al passato. “Negli ultimi anni l’Italia ha fatto enormi sforzi, il Polo nazionale della dimensione subacquea ne è un esempio. Ma quello che c’è ancora da fare è continuare a lavorare per rafforzare la compartecipazione tra mondo civile e militare, pubblico e privato. Sono proprio questi i presupposti per affrontare le sfide del futuro. Se una volta era la dimensione della difesa a farsi portatrice di innovazione, oggi le tecnologie commerciali e quindi le aziende che non hanno necessariamente un’affinità con la difesa, producono delle tecnologie che possono avere impatto anche in ambito difesa e sicurezza.”

 

Anche l’on. Rosato sottolinea la necessità di una condivisione delle esperienze e degli investimenti tra pubblico e privato. “La dotazione finanziaria e normativa adeguata sono punti sui quali confrontarsi e trovare un’intesa tra i soggetti che lavorano nel comparto che andrebbero messi più al sistema, che andrebbero aiutati e sostenuti di più dalla filiera industriale delle grandi aziende. Serve una regia del ministero della difesa, una partnership con CDP e una collaborazione forte, generosa da parte delle grandi aziende italiane di Stato che lavorano su questo, perché quella filiera arricchisce il sistema industriale del paese, ma arricchisce anche la capacità di innovazione”.

 

Le sfide del settore della difesa sono numerose e coinvolgono il settore pubblico e, ancor di più, la rete di aziende che lavorano e producono nell’ambito della difesa. “La sfida è su due fronti, da un lato mantenerci al passo con le evoluzioni dello scenario geopolitico. Allo stesso momento innestare le tecnologie necessarie per mantenere le performance e capacità di reazione alle minacce che sono in evoluzione”, spiega Dott. Giovanni Soccodato, ad Mbda Italia. “MBDA per poter continuare a essere un campione europeo, capace di competere con i campioni mondiali, necessita di avere programmi di cooperazione europei ed internazionali. MBDA è cresciuta nel tempo grazie allo sviluppo di prodotti in collaborazione con la Francia, la Gran Bretagna e altri paesi europei. Solo grazie allo scambio di competenze MBDA è riuscito a essere quel campione europeo capace di garantire autonomia. La sfida per il futuro è continuare a sviluppare sistemi europei che contrastino la frammentazione”, conclude l’AD Soccodato.

 

 

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