BIG DATA #1 – gennaio 2020
Questa è la prima newsletter dell’Istituto per la Cultura dell’Innovazione (ICINN), dedicata alla tecnologia e alla politica internazionale. Si chiama BIG DATA e ogni mese offre cinque consigli di lettura. È gratuita e ci si iscrive qui.
Huawei in the UK
Nonostante le pressioni provenienti da Washington, alla fine il Regno Unito ha deciso di non vietare l’utilizzo di tecnologie Huawei nella costruzione della rete 5G. È un bel colpo per l’amministrazione Trump, ma Londra ha comunque imposto delle limitazioni: Huawei sarà infatti esclusa da tutte le parti sensibili della nuova rete. Ma una distinzione tra parti edge e parti core è davvero possibile? Gli Stati Uniti dicono di no, come ha spiegato il Guardian.
Stati Uniti contro Cina
Il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha tenuto un discorso (fonte: U.S. Department of State) davanti al Silicon Valley Leadership Group, organizzazione che rappresenta centinaia di aziende tecnologiche californiane. Pompeo ha parlato di Cina, di furto di proprietà intellettuale e ha detto: pensate alle conseguenze per la sicurezza nazionale quando fate affari in un Paese controllato dal Partito comunista.
Una nuova rivale per la Silicon Valley
Il New York Times scrive che New York sta puntando moltissimo sull’attirare talenti e aziende tecnologiche. Le GAFA stanno potenziando i loro uffici a Manhattan, ma i numeri della Bay Area sono ancora lontani. Sono tante le città nel mondo che ambiscono a rivaleggiare con la Silicon Valley californiana: Zhongguancun in Cina, Bangalore in India o Guadalajara in Messico.
Regolare l’Intelligenza Artificiale
Anche Google ha detto (sul Financial Times) che bisogna regolare l’Intelligenza Artificiale. Sia pubblico che privato sono dunque d’accordo sulla necessità di regole, ma il problema è definirle. C’è chi sostiene che non dovremmo soffocare lo sviluppo dell’IA con troppe norme e chi invece mette l’accento sui rischi legati all’under-enforcement. GZERO Media ha introdotto quello che sarà un acceso dibattito anche nel 2020.
Un SMS da MbS
Come rivelato dal Guardian, nel maggio 2018 il telefono di Jeff Bezos – CEO di Amazon e proprietario del Washington Post – è stato hackerato attraverso un messaggio WhatsApp inviatogli da Mohammed bin Salman, il principe ereditario dell’Arabia Saudita. WIRED ha ricostruito nel dettaglio la vicenda. Spyware e altri strumenti cyber sono e saranno sempre più utilizzati, sia da attori statali che non.