skip to Main Content

Un cambio di paradigma per le cure odontoiatriche

Nessun sistema sanitario è mai riuscito a sopportare il peso economico dei trattamenti odontoiatrici. Da qui lo sviluppo di un sistema privatistico. Il passaggio dall’approccio chirurgico a quello medico

 

di Luigi Paglia

Direttore Dipartimento Odontoiatria Materno Infantile  Istituto Stomatologico Italiano
Presidente Fondazione Istituto Stomatologico Italiano 

 

Per affrontare l’argomento prevenzione odontoiatrica dobbiamo innanzitutto fare alcune premesse. In primis è necessario comprendere come si è sviluppata l’odontoiatria in Italia e del perché di un cronico ritardo della prevenzione odontoiatrica nella pratica clinica. Una volta comprese queste dinamiche potremmo porre le basi per cercare di sviluppare dei progetti preventivi nella popolazione generale, senza rischiare di ripetere gli errori del passato.

La prima considerazione è che nessun sistema sanitario è mai riuscito a sopportare il peso economico dei trattamenti odontoiatrici necessari ai propri cittadini. I costi di una odontoiatria clinico-operativa di buona qualità e che si uniformi ai criteri scientifici è tale da scoraggiare in qualsiasi parte del mondo il decisore politico dal farsene carico, se non in un’ottica preventiva e di intercettamento precoce come avviene – con alterne fortune – in alcuni paesi del Nord Europa. Questo fatto ha portato in Italia allo sviluppo di un sistema odontoiatrico privatistico che può essere definito di “attesa” (della patologia aggiungerei..) e dove il peso economico delle cure è sostenuto direttamente e praticamente per intero dal cittadino. Infatti, anche se formalmente attraverso i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) odontoiatrici sono previste forme di sostegno variabile da regione a regione  del paziente pediatrico, queste forme vengono poi spesso ampiamente disattese dalla cronica mancanza di una offerta strutturata da parte delle strutture pubbliche. La crisi economica attuale ha causato inoltre a una seria difficoltà alle famiglie nel sostenere i costi dei trattamenti odontoiatrici mettendo in serie difficoltà tutto il “sistema” odontoiatrico così come si è sviluppato fino ad ora.

In aggiunta alla crisi economica, la pandemia di SARS-CoV-2 ha causato in 9 mesi, vale a dire da gennaio a settembre 2020, la perdita di circa 52 milioni di visite mediche specialistiche e prestazioni diagnostiche (il 30% del totale) per cui milioni di italiani non hanno potuto essere visitati da medici e dentisti.

La seconda considerazione è che l’approccio preventivo non è senza costi e richiede quindi un cambio di paradigma e di consapevolezza da parte dei cittadini, dei pediatri e di tutto il sistema odontoiatrico, decisore politico compreso. Sin dalla tenera età, sarà necessario che il cittadino sia sempre più responsabilizzato a corretti stili di vita, in modo da non fare sviluppare la patologia, mentre l’odontoiatra dovrà passare da un approccio “chirurgico” a uno “medico” e minimamente invasivo. L’obiettivo finale sarà quello di poter intervenire sui fattori di rischio delle malattie odontoiatriche in maniera da ridurre al minimo i costi sia economici che biologici. Per fare ciò sarà necessario utilizzare un approccio maggiormente preventivo che, pur non essendo privo di costi, può essere sostenuto da un sistema pubblico ben organizzato e lungimirante.

La terza considerazione, che consegue alle precedenti, è che dobbiamo concentrare i nostri sforzi verso una “prevenzione personalizzata” in cui l’intensità e la qualità degli interventi è principalmente rivolta verso quei soggetti che presentano un maggior rischio di sviluppare malattie odontoiatriche (come la malattia cariosa e quella parodontale). Seguendo alcuni paradigmi sempre più comuni in campo biomedico ovvero l’empowerment sanitario e la medicina di precisione, sarà dunque possibile orientare gli sforzi preventivi verso quelle categorie di persone che più ne possono trarre vantaggio in termini di rapporto costo/beneficio.

Questi sono i temi che dovremo sviluppare in una, speriamo sempre più vicina, agenda della futura odontoiatria ed è anche a mio avviso la sfida per rendere sostenibili per la società i costi delle cure mediche e odontoiatriche ed in particolare quelle rivolte alla popolazione infantile, dove sicuramente i benefici di un approccio preventivo possono essere massimi.

A questo proposito abbiamo condotto una ricerca per valutare il fenomeno della gravità, e le possibili concause, della carie infantile (ECC) tra i bambini di età compresa tra zero e 71 mesi ovvero l’arco di tempo in cui, secondo l’American Academy of Pediatric Dentistry, si parla di carie infantile.

La ricerca è stata condotta dai ricercatori del Dipartimento di Odontoiatria Materno-Infantile dell’Istituto Stomatologico Italiano insieme all’Istituto Mario Negri e alla società di ricerca di mercato DOXA.

Lo studio ha riguardato 2.522 genitori adulti di 3000 bimbi, campione rappresentativo della popolazione infantile italiana compresa nell’intervallo tra 0 e 71 mesi e divisi per diverse fasce di età.

Circa la metà dei bimbi (47,2%) risultavano allattati con il biberon prima di addormentarsi e in particolare i genitori del 10,1% di loro riferivano di aggiungere al latte sostanze zuccherine. Il 69% ha abitualmente fatto uso del ciuccio con l’aggiunta (17,8%) di zucchero, miele o simili.

Nella fascia di età analizzata, solo il 30% dei bimbi è risultato essere stato sottoposto a una visita odontoiatrica e solo il 46% ha iniziato ad usare spazzolino e dentifricio dopo il primo anno di vita.

Tra gli altri risultati abbiamo registrato che l’81,2% dei genitori non giudicavano la carie come malattia una infettiva e ignoravano i principi di trasmissione verticale e orizzontale della malattia stessa. Questi risultati confermano la assoluta necessità di intensificare un approccio preventivo basato su campagne di informazione sui corretti comportamenti che abbiano come target i genitori e più in generale i caregiver dei piccoli pazienti.

Questi  dati dimostrano inoltre come gli obiettivi posti dall’OMS per il 2020 siano drammaticamente lontani.

In base ai dati raccolti con la sopracitata ricerca infatti la prevalenza della malattia cariosa aumenta significativamente con l’età passando dal 2,9% nei bambini da 0 a 23 mesi fino al 6,2% nei bambini dai 24 ai 47 mesi, superando il 14% nei bambini dai 48 ai 71 mesi fino a raggiungere a 12 anni una prevalenza del 40%.

Alla luce dei risultati di questa prima indagine tutta italiana su soggetti in età tra 0-71 mesi, e facendo riferimento ai dati relativi alla incidenza di patologia cariosa in età evolutiva pubblicati sulle “Linee Guida Nazionali per la promozione della salute orale e prevenzione delle patologie orali in età evolutiva” (Ministero della Salute 2013) e sulle Raccomandazioni Cliniche in Odontostomatologia (Ministero della salute, 2017), la Società Italiana di Odontoiatria Infantile ha preso atto della situazione di emergenza in cui versa l’assistenza odontoiatrica in età evolutiva e con un position paper indirizzato al Ministero della Sanità  ha sottolineato che:

  • l’aumento della quota della sanità pubblica totalmente a carico dei cittadini è passata dal 37,3% al 40,3% nel 2019;
  • 12.634.000 individui sono stati costretti alla riduzione delle spese sanitarie a causa di problemi economici nel 2019;
  • l’odontoiatria è un indicatore dello stato di povertà e riporta una situazione gravissima in cui la spesa odontoiatrica delle famiglie economicamente più svantaggiate è pari a 2,19 euro mensili;
  • sono presenti disparità di trattamento e di terapie su tutto il territorio nazionale.

In seguito a questi dati la Società Italiana di Odontoiatria Infantile ha quindi avanzato al Ministero delle precise proposte tra cui:

  • l’ampliamento di erogazione delle terapie orto-pedodontiche intercettive comprensive dei manufatti di laboratorio in età evolutiva;
  • programmi di prevenzione orale materno-infantile;
  • visite gratuite per i bambini tra i 18-24 mesi;
  • applicazioni gratuite dei protocolli di prevenzione a 6 anni di età (visite odontoiatriche, sigillature, fluoro-profilassi);
  • follow up annuali gratuiti.

Siamo in fiduciosa attesa da allora di risposte alle richieste o di proposte alternative convincenti.

 

(fonte: Startmag.it)

Back To Top