Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Skip to content
newsletter big data

BIG DATA #1 – gennaio 2020

Questa è la prima newsletter dell’Istituto per la Cultura dell’Innovazione (ICINN), dedicata alla tecnologia e alla politica internazionale. Si chiama BIG DATA e ogni mese offre cinque consigli di lettura. È gratuita e ci si iscrive qui.


Huawei in the UK
Nonostante le pressioni provenienti da Washington, alla fine il Regno Unito ha deciso di non vietare l’utilizzo di tecnologie Huawei nella costruzione della rete 5G. È un bel colpo per l’amministrazione Trump, ma Londra ha comunque imposto delle limitazioni: Huawei sarà infatti esclusa da tutte le parti sensibili della nuova rete. Ma una distinzione tra parti edge e parti core è davvero possibile? Gli Stati Uniti dicono di no, come ha spiegato il Guardian.

Stati Uniti contro Cina
Il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha tenuto un discorso (fonte: U.S. Department of State) davanti al Silicon Valley Leadership Group, organizzazione che rappresenta centinaia di aziende tecnologiche californiane. Pompeo ha parlato di Cina, di furto di proprietà intellettuale e ha detto: pensate alle conseguenze per la sicurezza nazionale quando fate affari in un Paese controllato dal Partito comunista.

Una nuova rivale per la Silicon Valley
Il New York Times scrive che New York sta puntando moltissimo sull’attirare talenti e aziende tecnologiche. Le GAFA stanno potenziando i loro uffici a Manhattan, ma i numeri della Bay Area sono ancora lontani. Sono tante le città nel mondo che ambiscono a rivaleggiare con la Silicon Valley californiana: Zhongguancun in Cina, Bangalore in India o Guadalajara in Messico.

Regolare l’Intelligenza Artificiale
Anche Google ha detto (sul Financial Times) che bisogna regolare l’Intelligenza Artificiale. Sia pubblico che privato sono dunque d’accordo sulla necessità di regole, ma il problema è definirle. C’è chi sostiene che non dovremmo soffocare lo sviluppo dell’IA con troppe norme e chi invece mette l’accento sui rischi legati all’under-enforcementGZERO Media ha introdotto quello che sarà un acceso dibattito anche nel 2020.

Un SMS da MbS
Come rivelato dal Guardian, nel maggio 2018 il telefono di Jeff Bezos – CEO di Amazon e proprietario del Washington Post – è stato hackerato attraverso un messaggio WhatsApp inviatogli da Mohammed bin Salman, il principe ereditario dell’Arabia Saudita. WIRED ha ricostruito nel dettaglio la vicenda. Spyware e altri strumenti cyber sono e saranno sempre più utilizzati, sia da attori statali che non.

MEDIA PARTNERS

Torna su