Cybersecurity: Startmag e Icinn, Pmi italiane investono poco in sicurezza
ROMA, 6 FEBBRAIO 2023 – “La tecnologia digitale è diventata ormai pervasiva. Governi, società e aziende si affidano sempre più al digitale e se la diffusione delle piattaforme tecnologiche, dei dispositivi e strumenti connessi tramite Internet offre una modalità sempre più semplice e immediata di interagire o di utilizzare servizi, allo stesso tempo apre un panorama più complesso di minacce informatiche e un numero crescente di punti critici di attacco. Con la migrazione della società nel mondo digitale, la minaccia della criminalità informatica acquista sempre maggior rilevanza, comportando regolarmente alle organizzazioni costi e danni per centinaia di milioni di dollari”
E’ questo uno dei passaggi principali del paper a cura di Start Magazine e dell’Istituto per la Cultura dell’Innovazione (flaviop46.sg-host.com) che viene pubblicato oggi su startmag.it. L’attacco di queste ore – scrivono gli autori – dimostra come la cybersecurity sia un tema non riservato agli esperti, perché la “cornice di sicurezza informatica” ci vede tutti coinvolti.
Infatti, “secondo le stime più prudenziali, il cybercrimine genera almeno 1 dollaro ogni 100 del PIL mondiale con un trend in continua crescita, a seguito sia dell’aumento degli attacchi, sia della maggiore consapevolezza che porta alla luce una parte del fenomeno in passato sommerso”.
Il paper ha visto la collaborazione di giornalisti, ricercatori, esperti, accademici e aziende del settore cloud e tlc. “In un sistema iperconnesso uno dei punti critici è rappresentato dal differente livello di sicurezza cibernetica delle organizzazioni. Per difendersi da questa tipologia di rischio non bastano le singole aziende ma è necessario guardare alla capacità di difesa dell’intero sistema digitale”.
Il paper di Start Magazine e Icinn riporta le evidenze di un’indagine di CyberEdge intitolata “2022 Cyberedge Cyberthreat Defense Report”, secondo il quale, le società italiane spendono in sicurezza solo il 10,1% del budget del comparto IT. E’ il dato più basso tra i Paesi membri del G7, poiché le imprese tedesche spendono il 10,8%; quelle britanniche il 10,9%; quelle canadesi l’11,1%; quelle giapponesi l’11,5%; quelle francesi il 12% e quelle statunitensi il 13,7%.
Il paper di Start Magazine ed ICINN è disponibile al seguente link:
https://www.startmag.it/wp-